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Friendly Feuer (una polifonia europea)

Isola Teatro
Regia: Marta Gilmore
Drammaturgia: Marta Gilmore sulla base di un processo di scrittura collettiva
Attori: Eva AllenbachTony AllottaMarta GilmoreArmando IovinoVincenzo Nappi
Trailer: Link
Anno: 2015


Generi: Prosa, Performance

Tags: Diserzione, Shell Shock, Europa, Guerra, Anti-retorica

Breve presentazione

Friendly Feuer è uno spettacolo/performance sulla relazione fra l'Europa di oggi e quella in cui esplose il primo conflitto mondiale, a partire dalla condizione di chi a quella “guerra totale” tentò, più o meno consapevolmente, di sottrarsi: disertori, soldati affetti da nevrosi di guerra;o che misero in atto tregue informali; o vittime di esecuzioni sommarie e di altri provvedimenti punitivi, e così via, secondo le diverse possibili declinazioni del “fuoco amico” che dà titolo al lavoro.

Con quattro lingue parlate in scena, traduzioni e incomprensioni reciproche, Friendly Feuer è uno spettacolo con una forte vocazione internazionale, che abbiamo definito "language specific", perché sia la lingua che la stessa drammaturgia potranno modificarsi a seconda delle identità linguistiche e nazionali del pubblico in sala. Questo anche perché il pubblico viene coinvolto e messo in gioco diverse volte nella performance, interrogando continuamente l'appartenenza ad una "parte" o ad uno schieramento e concetti come patria, amico e nemico.

Tema di lavoro è anche l'utilizzo pubblico della memoria nel momento del centenario, a fronte di una domanda sul ruolo della scrittura nel 14-18 come oggi. La scenografia è costituita da un gigantesco block notes bianco a terra, che prosegue in verticale in un telo in pvc utilizzato come schermo per video-proiezioni live e di materiale registrato.


Note di regia

“…soldat Marrasi, le pieds affondati dans la neige, hands up, pas de fusil, avanzava stentatamente verso the enemy's Schützengraben. Sur le vacarme dei colpi si levava the baritonal voice of lieutenant Cosello:
Feuer sur le deserteur!"

Libera traduzione multilingue da Emilio Lussu, Un anno sull'altipiano

Un taccuino bianco, una distesa di neve. Di pagina in pagina viene abitato, scritto, strappato e poi steso nuovamente a coprire membra, parole, scie mute di azioni già finite. In un'epoca che ti definisce per quello che "fai", proprio quando questo fare si fa più evanescente, confuso e instabile, nell'anno di un centenario che mediaticamente celebra un eccidio quasi dimenticato, facciamo capolino sui campi della Grande Guerra Europea. "Non passa lo straniero" si cantava quando il nemico risiedeva entro i confini di Schengen. Oggi sono altri i cimiteri dei morti senza nome e per loro non suona la fanfara.

Disertare, impazzire, sottrarsi, non già come presa di posizione di un soggetto collettivo, perché di questo bisogna pur essere capaci. Solo il singolo, fragile, e invisibile atto individuale di chi si arrende. Oggi come allora il fuoco amico ti toglie il lustro di una fine gloriosa. Resta il silenzio, frammenti di discorsi, di lingue, e di esseri umani. Resta un corpo ritto, le mani alzate, i piedi affondati in mezzo a cumuli di carta strappata. Spalle a chi guarda, di armi non ne ha.

Sparate al disertore.

Altri crediti: con il sostegno di E45 Napoli Fringe Festival e Centro Didattico Musicale, Roma

con l'alto patrocinio dell'Istituto Svizzero di Roma

Produzione: Isola Teatro

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Isola Teatro ha iniziato le sue attività nel 2005, con la messa in scena dello spettacolo L’Isola, del drammaturgo sudafricano Athol Fugard, con la regia e la traduzione di Marta Gilmore. Da allora la compagnia ha prodotto La strada ferrata (finalista Premio Scenario 2007), Brucia, con il sostegno del Bando della Regione Lazio per lo spettacolo dal vivo. Nel 2010 ha debuttato con Senza Lear, riscrittura shakespeariana vincitrice del Premio Lia Lapini 2009, che ha preso parte al progetto REACT! promosso da Santarcangelo dei Teatri. Lo spettacolo è stato all’E45 Fringe Festival di Napoli, ha debuttato a Siena al Festival Voci di Fonte, ed è andato in scena al Teatro Inverso di Brescia e presso l’Angelo Mai di Roma. Nel 2011, in occasione del settecentenario della Maestà di Duccio di Buoninsegna, Isola Teatro ha presentato “M-A-E-S-T-A’“, con la regia di Alex Guerra, presso il complesso museale del Santa Maria della Scala di Siena.

Dal 2015 il collettivo fa parte del progetto Caryl Churchill, Non normale non rassicurante, a cura di Paola Bono, con Bluemotion, Accademia degli Artefatti e La casa d’argilla teatri, curando la mise en espace di Sette bambine ebree di Caryl Churchill. La sua ultima produzione, Friendly Feuer (una polifonia europea) è stata inclusa nel progetto Guerre/Conflitti/Terrorismi, del Teatro di Roma, che lo ha programmato nel 2016 presso il Teatro India. Lo spettacolo è poi andato in scena al Festival Territori di Bellinzona in Svizzera, presso Zona K a Milano, al Teatro Argot Studio di Roma, al Teatro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e in altri eventi in collaborazione con il gruppo musicale Wu Ming Contingent.

Nella stagione 2016-2017 il collettivo ha promosso Sassolini, tracciato drammaturgico per la città di Roma, progetto itinerante che ha coinvolto diversi spazi, performance spettacoli e laboratori, tra cui: il già citato Friendly Feuer; il monologo La vita davanti e la passeggiata performativa Come cani senza padrone, entrambi di e con Tony Allotta; un percorso di formazione su Bei soldi di Caryl Churchill, grandissimo successo del teatro mondiale tradotto per la prima volta in italiano da Marta Gilmore; e altre iniziative presso la Casa Internazionale delle Donne, il Teatro Biblioteca Quarticciolo, l’Angelo Mai, il Teatro Argot Studio e altri spazi romani.

Nella stagione corrente 2019-2020 Isola Teatro ha debuttato con due spettacoli nella stagione del Teatro India - Teatro di Roma, La casa bianca di Marta Gilmore e Armando Iovino con Armando Iovino e regia di Marta Gilmore, monologo autobiografico su una vicenda familiare legata alla latitanza di un grande boss della camorra, e Habiba la magica, dal romanzo di Chiara Ingrao, regia e adattamento di Marta Gilmore, con Tony Allotta, Alessandra Arcangeli e Maria Panatta, spettacolo per bambini dai 6 anni in su che fa parte del progetto del Teatro di Roma dedicato alle giovani generazioni. Per quest’ultimo spettacolo la compagnia è stata tra quelle scelte dal Teatro di Roma per condurre un Atelier laboratorio come parte di un progetto di creazione di una comunità di spettatori attivi e partecipi.

Infine, il 31 ottobre 2019 il collettivo ha presentato presso il Festival Gender Bender a Bologna una lecture/performance a cura di Sarah Perruccio e Marta Gilmore, dedicata al testo di Timberlake Wertenbaker Nuove Anatomie, come restituzione di un laboratorio sulle tematiche del testo curato da Marta Gilmore e Nita. In scena sei performer che hanno seguito questo percorso su performare il maschile, come primo approccio a questa complicata e intrigante opera scritta da un’importante autrice britannica pressoché sconosciuta nel nostro paese.

Isola Teatro è anche appunto coinvolta in attività di formazione, che vanno da laboratori con bambini e adolescenti in situazioni di difficoltà sociale o psicologica, a laboratori presso le scuole, ad iniziative presso istituti psichiatrici e di detenzione, fino a progetti di formazione con adulti e imprese private. In questa prospettiva Isola Teatro è promotrice dal 2017 con Carrozzerie not e in collaborazione con il Teatro di Roma, del progetto speciale AllezEnfants! - microfestival teatrale delle scuole superiori di Roma, che ad oggi ha coinvolto più di 500 adolescenti di diversi istituti romani, e più di 30 docenti e tutor della scena teatrale nazionale. Si tratta di un festival che negli anni è cresciuto divenendo ad oggi uno dei progetti più significativi che il Teatro di Roma porta avanti nel campo della formazione teatrale delle giovani generazioni.

Isola Teatro collabora inoltre da molti anni con il Teatro delle Albe di Ravenna e nel 2017 e 2019 ha coinvolto un gruppo di adolescenti romani portandoli allora a prendere parte al Cantiere Dante a Ravenna. Questa iniziativa è parte di una collaborazione di lunga data tra la coordinatrice artistica Marta Gilmore e i progetti di Non Scuola del Teatro delle Albe, sin dall’epoca del progetto Arrevuoto a Napoli, cui la regista e drammaturga della compagnia ha collaborato per diversi anni.




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